domenica, gennaio 31, 2010

Bring it On Home!

Questo gioco sarebbe da comprare anche solo per questa chicca:




Led Zeppelin-Bring it On Home




Alla prossima
Faust VIII

lunedì, gennaio 25, 2010

Postilla

Per concludere il ragionamento del precedente post, volevo solo aggiungere due piccole riflessioni:

1) Ci sono sempre i teatri- Qualcuno potra dire che i teatri sono ancora posti dove si può godere di un intrattenimento intelligente. Dipende. Ultimamente i teatri appartengono a fondazioni, spesso legati alla politica locale, e se si è invisi a quel politico/coalizione/partito spesso non ti fanno portare lo spettacolo, mettendo al tuo posto gente da lui/loro raccomandata. Questa situazione si aggrava sempre di più. Inoltre come ricorda Paolo Rossi, i giovani attori, vengono costantemente scoraggiati dal fatto che si tagliano i fondi allo spettacolo e che non conviene parlare di certi temi. Questa è la censura peggiore, perchè rischiamo una generazione di talenti inespressi per colpa delle convenienze politiche.

2) Bisogna dare al pubblico ciò che vuole- Come al solito, anche qui logiche di mercato. Per cercare di arrivare al pubblico più ampio possibile (a cui vendere la pubblicità), si devono realizzare programmi semplici, che puntino il grandangolo sulle emozioni, provocate apposta dalla produzione degli stessi programmi. Una specie di emotion porn, insomma. Reality(tra l'altro una parola che nella realtà indica il suo contrario...cos'è, 1984?), giochi a premi sono ciò che domina i palinsesti, perchè "piacciono alla gggente!". Ma come fa un produttore a sapere cosa piace a tutti?
Condannare il pubblico alla visione di queste pappine omogeneizzate, mostra un grande disprezzo nei suoi confronti. Se si avesse più stima del proprio pubblico, si oserebbe nel proporre un'idea nuova, un programma o una fiction con dialoghi brillanti e qualche messaggio o qualcosa da comunicare e si verrebbe ripagati, perchè ci sono molte persone che non aspettano altro. E poi, come diceva qualcuno, "bisogna dare al pubblico non quello che vuole, ma quello che ancora non sa di volere".


Alla prossima
Faust VIII

domenica, gennaio 24, 2010

La moderna estinzione della cultura

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza."

Dante Alighieri, Divina Commedia, Ventiseiesimo canto dell'Inferno





Per parafrasare Gaber, la situazione culturale non è buona. La scuola viene rasa al suolo per via dei tagli: degli stipendi degli insegnanti, delle risorse, delle materie. Conoscere la geografia è un'optional ora che c'è internet, i palmari, i navigatori satellitari. L'economia è l'unica cosa che conta in un mondo diventato mercato. Un economia che assorbe anche la politica, l'associazionismo, la vita delle persone: esse sono cifre su uno schermo, cose di poco conto, sacrificabili.

La televisione è un deserto di pixel vuoti, che non offre la benchè minima riflessione. Telegiornali che occultano notizie, sostituendole con sceneggiate sui saldi o sulle fiere gastronomiche; programmi di approfondimento dominati da politici urlatori, che si parlano addosso e non cambiano nulla; vecchi e nuovi film superficiali ; quiz al cui confronto, i test sugli scimpanzè sono un fine esercizio di intelligenza; programmi comici placebo, che inseguono la risata di stomaco e contribuiscono ad accettare lo status quo. La satira, bestia pulciosa, è bandita. E' bandito anche un qualsiasi programma che apra uno spiraglio tra il sistema di pensiero A e il sistema di pensiero B.

Al cinema sbancano i blockbuster con effetti speciali a mille o i film stile "Natale a...". Si festeggia il successo di questi titoli come la manna dal cielo. Fanno girare l'economia. Questo è l'importante. E poi si dice "La gente almeno va al cinema". Questo mi ricorda il discorso che fanno quelli che dicono che è un bene che i giovani leggano i libri della Meyer, perchè almeno leggono qualcosa. Non sono d'accordo. E' come dire che basta nutrirsi: non conta se io mangi un buon pasto completo, preparato con ingredienti freschi o se mangi solo della melassa, mi sarò comunque nutrito. Solo che nel secondo caso starò male. Bisogna pensare, dunque, ai danni.
I danni a lungo termine che questo appiattimento culturale produce. L'italiano medio è legato ad un sistema di valori retrivi ed è portato a tentare di realizzare dei sogni altrettanto mediocri: la ricchezza ad ogni costo, avere tante donne, il SUV, le vacanze nelle località esclusive. Hanno Berlusconi come modello e sognano di diventare come lui. Sognano di diventare delle macchiette viventi.

La cultura non viene vista più come la via dell'emancipazione sociale, in un sistema dominato dalle raccomandazioni e dalle conoscenze e neanche come valore in sè, come la gemma che serve ad illuminare vite altrimenti grigie.
E' necessario che si torni a dare importanza alla cultura, all'arte, al bello, a tutto ciò che rende la vita un'esperienza profonda e che ci salva da un arido nichilismo. Tra i valori da recuperare assolutamente, per sperare nel futuro, c'è questa curiosità, questa tensione verso l'infinito, che è il bisogno di conoscenza.


Alla prossima
Faust VIII